Storia
Le origini sono ignote, ma alcuni vogliono il paese esistente già nell'anno 1000. La 1ª notizia storica è attestata da alcuni documenti duecenteschi dell'archivio vescovile di Chieti come Faldus quando fu visita di periodiche visite del vescovo teatino. La successiva notizia attendibile va ricercata durante la dominazione angioina ed aragonese, quando le lotte per il predominio sul Regno di Napoli coinvolsero pure gli abitanti di tutto il regno. Nel 1304 il re Carlo II d'Angiò detto lo zoppo riceveva come dono dalla famiglia Caldora i feudi di Pietraferrazzana, Villa Santa Maria, Fallo e Civitaluparella. Il 17 maggio 1391 il re Ladislao diede a Lanciano, insieme a varie esenzioni ficcali, il castello di Fallo insieme ad altri castelli vicini. Il 17 maggio 1467 i feudi dei Caldora, tra cui Fallo, vennero posti in vendita. Nel 1583 il feudo di Fallo, insieme a Civitaluparella passò a Giulio Cesare Rossillo il quale, nel 1590 lo vendette a Giuseppe Mellucci per 18000 ducati. Fino all'eversione dei feudi Fallo subì diverse angherie e soprusi dai vari signori. Da un documento di Giuseppe Bonaparte del 19 gennaio 1807 Fallo viene menzionato come dipendenza di Villa Santa Maria, susseguentemente, con l'Unità d'Italia fece parte del circondario di Lanciano e della provincia dell'Abruzzo Citeriore, tale situazione rimase fino al 1927-1928 quando il comune fu soppresso ed aggregato al comune di Civitaluparella fino al 1962, anno in cui Fallo tornò ad essere comune autonomo.[4]
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
- Parrocchiale di San Giovanni Battista: Costituita da una sola navata. A causa della distruzione della chiesa originaria l'origine della parrocchiale è ignota, anche se su una pietra ora scomparsa, situata presso il portale recava la data del 1715. Nel 1933 la chiesa fu restaurata causa un terremoto, fino al 1929 la chiesa si trovava a circa 30 m di distanza. Il campanile, durante il restauro, venne riadattato secondo i lavori della chiesa. All'interno sono presenti numerosi affreschi, anche sul soffitto, di cui alcuni del pittore romano Cesare Napoleoni su commissione di Don Giulio Zuffardi (realizzati tra il 1938-1939). Il quadro presso l'altare principale rappresenta la Madonna del Divino Amore tra san Giovanni Battista e san Nicola. Lungo la navata si trovano sei altari, mentre secondo un documento del 1935 ve n'erano quattro minori oltre ai principali e la presenza di alcune statue di santi. Sulla 2ª e 3ª campana si possono leggere delle iscrizioni degne di nota.[5][6].
- Chiesa della Madonna del Soccorso: Situata in piazza Santa Maria e sovrastata da una campanile a base quadrata dove si trova un orologio del 1922 torretta con un orologio pubblico. Fino al 1935 circa l'interno non constava di altare, balaustra, pavimento né intonaco. A tutt'oggi, invece, risulta tutto realizzato in marmo. Fuori, nei pressi della porta, vi è un'iscrizione datata 1871.[5]. Dopo i lavori di rifacimento del tetto la facciata è stata riportata con le pietre a vista. un cornicione cinge tutt'intorno l'esterno della chiesa. Il portale principale è architravato.[7][8].
Architetture civili
- Palazzo De Lollis: palazzo di tre piani situato in corso Umberto I, risalente al 1934 secondo la chiave di volta del portale d'ingresso[9]. Delle cornici marcapiano. I portali d'ingresso presentano un rilievo a bugnato. Sui portali laterali sono sormontati da un arco a tutto sesto, mentre il centrale a sesto ribassato[9]. Il piano nobile ed il piano superiore presentano una particolare alternanza di balconi e finestre[9], al primo piano vi sono due balconi balaustrati con delle porte d'accesso architravati ed al centro una bifora con colonna centrale e due archi a tutto sesto[9], al secondo piano vi sono due finestre laterali ed un balcone centrale[9]. Il coronamento è scandito da una doppia cornice in cui la cornice superiore poggia su delle mensole. Le aperture con architrave sono decorate con ghirlanda e rilievi floreali che si rifanno allo stile liberty ed all'art decò. Le intonacature sono dipinte di un tono giallo spento, mentre i rilievi architettonici sia in pietra che in stucco sono invece dipinti di grigio[9].
- Borgo Valle Vecchia e Borgo Pietra Antica: sono due gruppi di abitazioni rurali perlopiù abbandonate, risalenti al XIX secolo e rimaneggiate secondo le varie esigenze. Gli edifici abbandonati sono fatiscenti[10]. In alcuni casi le case sono state costruite su delle abitazioni preesistenti del XII secolo[11]. In molti casi mancano gli infissi[10]. Il Borgo Valle Vecchia è sito su uno slargo di Via Valle Vecchia[10], mentre il Borgo Pietra Antica in Via Valle Antica[11]. Al piano terra corrispondono le cantine e le stalle. I piani superiori erano serviti da scale esterne su volte a botte o archi rampanti[10][11]. Gli edifici sono realizzati in pietra e ciottoli lavorati[10][11].
- Fonte Murata: si tratta di una fonte interamente costruita in pietra squadrata situata nell'omonima località di Fallo. La costruzione viene attribuita al XVII secolo. La parte centrale è costituita da una vasca servita da tre cannelle. Lateralmente vi sono due abbeveratoi collegati alla vasca principale da volute[7][12].